sabato 24 ottobre 2009

Mala tempora currunt...

Dopo le escort di Berlusconi è la volta dei trans di Marrazzo. Insomma con tutti gli impegni e con tutte le responsabilità di governo che dicono di avere (centrale e regionale), questi uomini politici hanno tutto il tempo per coltivare le proprie passioni e per soddisfare le proprie voglie erotiche, sborsando pure fior di quattrini a quanto pare.
Se Berlusconi dichiara, e perchè non credergli, di non aver mai pagato una escort per le sue prestazioni (evidentemente lo facevano altri per lui), quello che più stupisce è che uno come Marrazzo possa spendere per un incontro con un trans brasiliano addirittura 3000 euro che i suoi ricattatori hanno visti in bella mostra sul comodino e li hanno rubati insieme ad altri 2000 che Marrazzo aveva nel portafogli custodito nei pantaloni che, al momento dell'irruzione, non indossava e non solo quelli.
Ma con quanto contante in tasca gira Marrazzo presidente della Regione Lazio?
Da dove proviene tutto questo denaro e per fare che cosa, oltre che per pagare prestazioni sessuali?
Sono interrogativi legittimi, almeno credo, che meritano una risposta perchè si tratta di una disponibilità corrente quantomeno insolita...e fermiamoci qua!
Ormai su gusti e orientamenti sessuali è vietato esprimere opinioni: di fatto abbiamo sancito che ognuno è assolutamente libero di fare sesso con chi gli pare, di soddisfare con chiunque i propri istinti ed esprimere come crede la propria affettività: quindi uomini con donne e viceversa; uomini con uomini; donne con donne; uomini e donne con i trans e tutte le altre molteplici varianti presenti sul mercato.
Varianti che però non finiscono qui, perchè questa libertà presto finirà con l'includere anche la pedofilia che, storia insegna, è amore antico e nobile...
Non escludiamo la zoofilia, perchè qualche politico ce lo potremmo presto ritrovare alle prese con qualche gallina, pecora, cane o cavallo e tutti a gridare: ognuno in privato può fare quel che vuole!
Se questi sono i nostri moderni princìpi e queste le nuove regole che la politica afferma e che la società italiana pretenda vengano rispettate, va da sè che le stesse regole valgono per tutti i cittadini...italiani e non, inclusi gli extracomunitari.
Oppure dobbiamo rivolgerci alla Suprema Corte per veder ristabilito il principio che anche dinnanzi alle tendenze sessuali non c'è un "primus super pares"? Quindi diamoci dentro e senza inibizioni a tutte le nostre più sfrenate passioni e tendenze....E vai!
Ogni società esprime al governo del proprio Paese chi sente più prossimo, chi ritiene sia in grado di soddisfare al meglio le proprie aspettative e si muova in tal senso. 
Quindi un governo, a tutti i livelli, immagine del Paese reale. Se questo è il nostro Paese reale allora bisogna chiedersi che cosa c'è dietro l'angolo, quali sorprese ci attendono ancora.
Il pentito di mafia che dichiara agli atti di un processo che Berlusconi e Dell'Utri erano i riferimenti politici istituzionali di Cosa Nostra dal 1994 e che hanno soddisfatto le aspettative delle famiglie dovrebbe farci inorridire e pretendere spiegazioni, non chiacchiere! Invece la notizia passa in secondo e terzo piano, offuscata dalla storia dal transessuale brasiliano di Marrazzo...
E ancor ci stiamo a chiedere quale fine farà l'Italia se non si ferma la giostra e qualcuno, più di uno per la verità, non si decide a scendere?
A furia di abituarci a tutto stiamo perdendo il senso della realtà e da lunedì il trans ce lo ritroveremo pure nella casa del Grande Fratello che per 100giorni delizierà le platee televisive italiane, più o meno giovani e giovanissime completando così l'opera di annichilimento cerebrale e di orientamento dei gusti e delle tendenze e delle pubbliche e private virtù.
Se poi all'Isola dei Famosi ci volevano mandare pure il bandito Mesina il circolo si chiude.
E allora ci sono proprio tutti e se vanno in Tv e nei reality mica sono tutti cattivi? Anzi vedi che son pure simpatici e interessanti!
Se Marrazzo va col trans e nella casa c'è un trans che male c'è a provare l'esperienza, sotto gli occhi del GF che rende tutto legittimo e familiare?
Berlusconi ha sdoganato le escort, professione sempre più ambita e produttiva in termini di reddito...Marrazzo ci ha pensato coi trans dimostrando, portafogli alla mano, che è un vizietto che costa caro ed è quindi redditizio...
Insomma i "nostri amici" stanno pensando ai mestieri del futuro per le presenti e future generazioni, fatto salvo che restino sempre loro ai posti di comando per guadagnare anche quello che occorre a pagarle queste prestazioni!

giovedì 22 ottobre 2009

Regole etiche in politica ed economia, la questione morale...secondo Giovanni Sartori

Gli scandali che si susseguono a ritmo incontrollabile in ogni angolo del Paese meritano una rfilessione più illuminata. Vi propongo questo intervento di Giovanni Sartori, pubblicato sul Corriere della Sera il 13 agosto 2005

Sappiamo da Machiavelli in poi che la politica è diversa dalla morale. Secoli dopo si è stabilito che anche l’economia è diversa dalla morale. Ma la distinzione tra etica, politica ed economia distingue tra sfere di azione, tra campi di attività. In concreto, e a monte di queste differenziazioni, esiste la singola persona umana che non è trina ma soltanto una, e che può variamente essere una persona morale, amorale o immorale.
E quando si dibatte la «questione morale» è di questo che si dibatte, è da qui che si deve partire. Le persone morali sono tali in tutto: anche in politica e anche in economia. Le persone amorali non promuovono il bene ma nemmeno si dedicano al male, anche perché sono fermate, nel malfare, da freni interiorizzati. Invece le persone immorali ridono dei cretini che credono nei valori e non sono fermate da nulla (o soltanto dal pericolo di finire in prigione). Per i primi non è vero che il fine giustifica i mezzi. Per i secondi il fine può giustificare qualche mezzo scorretto, ma non tutti. Per le persone immorali il fine di fare soldi o di conquistare potere giustifica qualsiasi mezzo: non c’è scrupolo, non c’è «coscienza » che li fermi.
Mio padre era un industriale il cui stabilimento venne distrutto dal passaggio della guerra nel 1944.
Lui si incaponì nel tentativo di ricostruirlo per non lasciare i suoi operai — circa 400, che conosceva uno per uno — sul lastrico. Quel tentativo non poteva riuscire e difatti fallì. È che mio padre era una persona perbene, e io lo rispetto per questo. Ma è di tutta evidenza che per i vari Ricucci, Gnutti e Fiorani mio padre era soltanto un fesso. E ai loro occhi lo sono sicuramente anche io, visto che anche io cerco di essere una persona perbene.  Tanto le persone perbene quanto le persone «permale » esistono sempre e ovunque. Ma la crisi dell’etica che contraddistingue il nostro tempo ne ha modificato le distribuzioni. I perbene diminuiscono, i «permali» crescono. Inoltre i perbene restano a terra, i «permali» salgono e comandano. Infine sta sempre più dilagando un intreccio perverso tra economia e politica.
E la questione morale è la denunzia di questo andazzo.
Ma perché scoppia ora? E perché la questione morale è più grave in Italia che altrove? Scoppia ora, rispondo, perché tardi è meglio che mai; e scoppia ora perché i neo-pescecani di assalto del capitalismo speculativo sono finalmente stati scoperchiati. Finora i vari Ricucci, Fiorani e Gnutti l’avevano fatta franca; ma ora sono indagati per insider trading, aggiottaggio, falso in bilancio, falso in prospetto, abuso di ufficio, e altro ancora. Aggiungi l’aggravante che su tutto questo andazzo aleggia l’ombra lunga e sempre sospetta di Berlusconi. Il cattivo esempio e il contagio vengono da lui. Come scrive Ilvo Diamanti su Repubblica, con il berlusconismo non c’è più «scandalo che riesca a scandalizzare», ed «è dilagato un profondo disincanto. La convinzione che tutto è lecito. Basta non farsi scoprire. L’evasione fiscale... il ricorso alle relazioni informali e amicali. In ogni campo, in ogni occasione. Il senso cinico ha avvolto e logorato il senso civico». Il che ci lascia con «un Paese soffocato dal sottobosco, con la città cinica retta dalla tribù dei più furbi».
Non si potrebbe dire meglio. Il nostro è ormai un Paese sporco, molto sporco.
Sono un moralista? Sì, ma non perché faccio confusione tra etica e politica; lo sono in quanto sostengo che deve esistere una moralità politica e, alla stessa stregua, una moralità economica; e che in tutti i settori della vita associata devono esistere regole che le persone perbene rispettano. Appunto, le persone perbene.

Giovanni Sartori

mercoledì 21 ottobre 2009

Da Grasso a Grossi, il faccendiere plurimiliardario milanese....

Oggi sfogliare un giornale ha richiesto uno sforzo incredibile perché non si contavano gli episodi di malcostume e di malgoverno accertati dalla Magistratura. E non era ancora scoppiato il caso-Mastella, la vergogna campana che ci condanna senza appello come una regione incapace di reagire e di dire no alla delinquenza organizzata in forma mafiosa o politica: tanto sono la stessa cosa per gli effetti che producono sulla società.
Ma non voglio parlare della Campania, piuttosto di un imprenditore milanese, plurimiliardario e sconosciuto al 99% degli italiani, finito in manette insieme a un politico locale col quale trafficava in tangenti e fondi neri.
Si chiama Giuseppe Grossi e il nome non dice niente, tranne che negli ambienti collusi e in quelli di Cielle dove il Grossi è un’autorità. Il Corriere della Sera ci ha parlato di lui come del “re delle bonifiche lombarde”.
Vive nell’est milanese dove possiede, nei pressi della sua villa, alcuni capannoni oltre a un eliporto con tanto di elicottero personale.
In uno di questi capannoni Grossi ospita una collezione di motoscafi Riva; in un secondo capannone conserva gelosamente una collezione di auto e moto d’epoca italiane fino al 1970 tra cui: 20 Ferrari, svariate Lamborghini, Fiat Balilla e Moto Guzzi.
Ha un dipendente, un meccanico, il cui lavoro quotidiano consiste soltanto nell’accendere e nello spegnere i motori del suo straordinario parco auto-moto.
Green Holding” è la sua società che ne controlla molte altre, evidentemente un sistema di scatole cinesi che gli ha sin qui consentito di fare affari e soprattutto di nascondere denari che non si capisce bene da che cosa siano prodotti oltre che dal malaffare ai danni della pubblica amministrazione.
Tra le sue svariate proprietà immobiliari spicca un castello, Palazzo Visconti in provincia di Bergamo, che risalirebbe addirittura all’innominato dei Promessi Sposi.
La sua corsa spasmodica alla ricchezza è finita ieri mattina – almeno così si spera – con le manette ai polsi e con l’accusa di aver accumulato fondi neri, non si sa bene per fare cosa e per pagare chi…
Uno scandalo, perché questo signore è sicuramente un plurievasore otlre che un imbroglione, eppure trattava con tutti: politici, imprenditori, associazioni religiose e pseudo tali, forse anche il crimine organizzato perché di questi affari la mala non ne fa fare a chiunque e...soprattutto di tali dimensioni! Sono state anche accertate spese per 6 milioni e 400mila euro in acquisto di orologi da collezione che non si sa bene a chi siano finiti!
Questa è l’Italia ladrona, l’Italia che ci sta ammazzando e che si sta distruggendo irrimediabilmente, nell’indifferenza dei più che continuano a pensare a Berlusconi e alle sue pseudo-traversie giudiziarie. Intanto sta affogando, per esempio, la RAI, la Tv di Stato senza programmi, senza visione strategica per il futuro, in calo vertiginoso di pubblicità e quindi prossima al fallimento, con migliaia di dipendenti che finalmente si accorgeranno che a furia di fare i servi sciocchi del padrone di turno, ed oggi n particolare di Berlusconi, alla fine il posto di lavoro seriamente rischiano di perderlo.
Questa è la nostra Italia, quella che vorremmo competitiva e apprezzata nel mondo per il made in Italy, come dichiarava la Biagiotti ieri a Ballarò, un’Italia che invece è incapace di reagire perché assuefatta a un gioco subdolo che offusca ogni capacità di critica.
E non è che sul fronte opposto si stia meglio. Il centro-sinistra continua nella sceneggiata estemporanea delle primarie, mentre l’Italia cade a pezzi, la gente perde il posto di lavoro, le famiglie non hanno soldi e soprattutto non hanno speranza nel futuro, mentre viene sancito ldal Parlamento la fine di una professione, quella dell'insegnante, perchè l'unico docente deve restare la Tv del Capo.
E i Sindacati nicchiano!
Questa non è l’Italia che vogliamo e dobbiamo trovare la forza, ma soprattutto il coraggio per reagire, per difenderci da questa orda barbarica che sta assassinando il nostro futuro e soprattutto quello dei nostri figli.
Loro se ne fregano di noi, ci utilizzando e noi, sciocchi, cadiamo nel loro gioco e ci schieriamo…
Il Ministro Alfano, quello del lodo sciocco (del primus super pares) per il quale dovrebbe solo dimettersi dopo la sonora bocciatura della Suprema Corte – e con lui gli avvocati del Premier – subito ha disposto di perseguire chi su facebook ha fatto la goliardata di creare un gruppo denominato: “Uccidiamo Berlusconi”.
Si è riunito addirittua il Comitato per la Massima Sicurezza, per proteggere il Premier e per perseguire duramente quei buontemponi, quei ragazzi che con tanto di volto e di dichiarazioni hanno pensato di manifestare solo il loro disagio, la loro sofferenza, la loro voglia di dire basta a un Paese che da mattina a sera ormai parla solo ed esclusivamente di Berlusconi.
Credetemi, davvero non se ne può più perchè ci chiudono gli occhi sul mondo e sul futuro.
Quando il troppo è troppo la reazione è scontata e pericolosa, per tutti, non solo per Berlusconi!

lunedì 19 ottobre 2009

Cosa c'è dietro le rivelazioni del Procuratore Pietro Grasso?

Le rivelazioni del Procuratore Pietro Grasso sulle trattative Stato-Mafia per scongiurare stragi di uomini politici e i contestuali assassini dei giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e degli uomini della loro scorta fanno tremare sia per la disinvoltura della rivelazione, sia perchè trovano conferma i sospetti di chi ha sempre ritenuto collusi gli apparati dello Stato con il crimine mafioso. E' stata barattata la vita di Parlamentari, di Ministri e Segretari di Partito con quella di Magistrati che lottavano la mafia e stavano mettendola alle corde. Quando si tratta è perchè si rischia di perdere la partita e forse la Mafia era consapevole che grazie alle nuove tecniche e filosfie investigative dei Magistrati siciliani, all'azione dei pentiti, si stavano per aprire santuari che avrebbero disvelato il patto scellerato di fatto esistente e dichiarato.
Qualcuno tempo fa criticò il giornalista-scrittore Giorgio Bocca che aveva dichiarato come in Sicilia fosse difficile anche per i Carabinieri non trattare con la Mafia...Scesero in campo un po' tutti, dai vertici dell'Arma ai soliti politici opportunisti e demagoghi: Bocca altro non aveva rivelato che la verità oggi emersa per le dichiarazioni del Procuratore Generale Antimafia Grasso.
E il figlio di don Vito Ciancimino che ha scelto la strada del pentimento per le colpe di famiglia - e che famiglia - sta disvelando scenari incredibili di questi rapporti e gli oggetti di questi negoziati evidentemnte risponde a qualche logica più sofisticata, impensabile fino a qualche anno fa.
Mafia e Politica stanno così attentando all'unità del Paese...Sembra infatti volersi preparare un contesto generale nel quale considerare non illecito e tutto sommato accettabile una trattativa Stato-Mafia. Il Paese, secondo i calcoli di questi poteri, deve abituarsi a quest'idea per essere pronto a digerirne di peggiori evidentemente sfuggite al controllo e prossime a far capolino nel già aspro dibattito politico italiano.
In questo caso non sarebbe inaccettabile una collusione, anche eccellente, tra Stato e Mafia...Insomma un po' come col caso-escort di Berlusconi. Anche il Premier è un uomo e può andare a puttane. Alla fine ci si convince che è normale e che non riguarda l'esercizio del governo e la gestione del potere politico! Lo stesso si intende fare con la Mafia? In fin dei conti è una specie di Stato nello Stato col quale non è poi così scandaloso negoziare, soprattutto se alla fine ci si guadagna qualcosa e qualcuno ci rimette la pelle: fa parte del gioco, o no? Se si sviluppa indifferennza, insensibilità e tolleranza verso tutto ciò allora è possibile che qualcuno stia preparando un brutto scherzo alla democrazia italiana.

mercoledì 7 ottobre 2009

Lodo Alfano: ottima sentenza, visto che ribadisce l'uguaglianza dei cittadini innanzi alla legge!

Lodo Alfano: la Suprema Corte ha bocciato la legge confermando il principio costituzionale che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge.
Perchè l'Italia e gli Italiani si devono dividere sull'affermazione di questo principio costituzionale che rappresenta una garanzia per i diritti di tutti noi?
E' questa la domanda che sorge spontanea in chiunque non abbia portato il cervello all'ammasso.
Che poi il pronunciamento della Corte sia scaturito dall'esame di una legge che riguarda il Capo del Governo ci deve interessare poco perchè è stato salvaguardato un principio di interesse generale che, teoricamente, ci permette di sentirci tutti uguali innanzi alla legge e ai suoi rappresentanti.
Diversamente sarebbe stata decretata una differenza di status giuridico tra i cittadini italiani con gravissime ripercussioni sullo stato di diritto.
E' comprensibile, ovviamente, il dissenso furioso di Berlusconi avverso il pronunciamento della Suprema Corte in quanto soggetto direttamente interessato al verdetto che, di fatto, lo consegna al giudizio dei Tribunali per questioni che nulla hanno a che vedere con il governo dello Stato cui il Premier è legittimamente preposto. Ma anche in questa circostanza occorre osservare un senso di responsabilità istituzionale lo impone il ruolo.
L'essere il capo del governo può diventare motivazione utile a sottrarsi al giudizio di un tribunale per fatti estranei all'azione di governo?
Perchè questa circostanza deve tradursi in violento scontro politico-istituzionale con pesantissime ripercussioni sulla comunità nazionale e sugli interessi internazionali dell'Italia?
Questo mi piacerebbe sapere da Berlusconi e dai suoi legali Ghedini e Pecorella, entrambi parlamentari pagati da noi cittadini e che trascorrono gran parte del loro tempo non in Parlamento a rappresentare gli interessi nazionali e legiferare, quanto nei loro studi professionali intenti a elaborare strategie difensive per il proprio assistito.
Perchè l'Italia deve vivere questo stress per questioni che non la riguardano, ma che interessano esclusivamente il Capo del Governo il quale adempie al suo uffizio in quanto detentore legittimo di una maggioranza di governo che, nello stesso tempo, non lo esime dal dar conto di comportamenti privati, sul piano personale e su quello imprenditoriale?
Non abbiamo alcun pregiudizio nei confronti di Silvio Berlusconi, ma gli chiediamo di separare nettamente i suoi interessi e i suoi problemi da quelli del Paese. Diversamente espone l'Italia e gli Italiani a un rischio gravissimo che ne compromette l'identità democratica e repubblicana assimilandola a una repubblica delle banane dove è il Capo che governa tutto e le sue sorti diventano le sorti del Paese.
Ciò non assolve gli avversari di Berlusconi che hanno colpe forse ancora più gravi perchè mentre il Premier è chiamato a rispondere nelle aule di giustizia per presunti reati commessi nel privato, loro si rendono complici di una legislazione prevaricatrice del pubblico interesse (scudo fiscale, ma per il passato l'indulto...) e di un uso improprio della Magistratura non già per affermare diritti universali, quanto per tentare di vincere una competizione politico-elettorale ed affermare la loro cultura e metodologia di governo, altrettanto minacciosa per gli interessi generali.
Lasciamo allora che Berlusconi curi e tuteli i propri interessi separandoli da quelli nazionali - è un suo dovere morale ancora prima che politico - e chiadiamo ai suoi avversari di smascherarsi e di cominciare a fare per davvero azioni di tutela degli interessi generali del Paese.
Invece in Italia sono nate le corporazioni pro e contro Berlusconi, a prescindere dall'esame oggettivo di problemi e situazioni.
E questo è sicuramente la questione più grave da affrontare per chi ha serio interesse a salvaguardare l'Italia e il suo patrimonio di uomini e di idee e non ritrovarsi gli uni controgli altri armati!

martedì 6 ottobre 2009

Centro-sinistra...che tempi lunghi e quanti errori mentre l'Italia rischia il collasso!

Ai tempi di internet e del tutto e subito con un mondo che mastica, di minuto in minuto, eventi e persone, i "tempi lunghi" del PD per eleggere il proprio segretario (Bersani, Franceschini, Marino) attraverso le elezioni primarie ci fanno sentire questo partito e quest'area politica non più sintonizzata sulla frequenza del Paese reale che, volente o nolente, vive una drammatica quotidianità.
Non si può dire che la colpa sia solo di Berlusconi perchè se è pur vero che un partito ha delle regole e dei tempi, è altrettanto vero che di partito questo PD non sembra assolutamente avere nulla, almeno nell'eccezione che conserviamo di tale termine anche per esperienza diretta.
Questo è un dramma per il nostro Paese e per la stessa maggioranza di governo la quale vive una situazione particolarmente difficile per le note vicende connesse ai giudizi pendenti sulla testa del Premier: tutti siamo consapevoli di non poter contare sulla presenza e quindi sull'azione di una seria opposizione pronta a fare la propria parte nelle situazioni di emergenza, anche di tipo istituzionale. E quindi ci dobbiamo accontentare di quello che passa il convento...Sbagliando!
Se dovessero cadere le difese legali erette attorno a Berlusconi le conseguenze sul governo sarebbe pesanti e inevitabili e si andrebbe di corsa alle elezioni politiche con un Berlusconi intenzionato a realizzare il colpo di mano di un'elezione plebiscitaria, senza alcuna riforma elettorale e quindi con la prospettiva di un Parlamento ingolfato di gente incandidabile e di servi siocchi per tutti gli schieramenti, un PD privo di capo e coda oltre che di progetto politico per l'Italia e quindi destinato a una irrimediabile sconfitta.
Tutti alla mercè di Bossi e Di Pietro il cui opposto populismo rischia di travolgere il Paese se dovessero ulteriormente rafforzarsi per il crescente malcontento degli Italiani.
Non avere consapevolezza di questa situazione significa essere ciechi e privi di capacità di analisi e di critica.
Inoltre il senso civico e morale dell'Italia è ai minimi termini con una spavalda e sfacciata delinquenza che contamina ogni angolo ed espressione del Belpaese.
Per questo siamo preoccupati, seriamente preoccupati: mancano anche le "riserve" pronte a indossare i panni di "strenui difensori" delle istituzioni democratiche e repubblicane!
E poi basta sfogliare la stampa internazionale per rendersi conto della percezione che si ha dell'Italia all'estero: inglesi, spagnoli, francesi, tedeschi sanno bene che una cosa sono gli interessi dello Stato e un'altra quelli personali, quantunque importanti.
Un Paese che vincola i propri destini a quelli di un uomo non è più un Paese, ma una repubblica delle banane che non dà affidamento a nessuno, nè garanzie...
E questo è forse l'errore più grave che ha commesso Berlusconi: non rendersi conto che una cosa è l'impresa, la propria, un'altra è lo Stato nella percezione interna ed internazionale.
Peccato, forse nessuno glielo ha spiegato e questo è stato un errore gravissimo che nessuno è disposto a pagare, per primi quelli che gli stanno attorno e se ne stanno intimamente allontanando!

venerdì 2 ottobre 2009

A Roma per dire no alle norme del lodo-Alfano contro la libertà di stampa!

Sono quasi mezzo milione coloro che hanno sottoscritto l'appello dei tre giuristi in difesa della libertà di stampa che porterà in piazza a Roma centinaia di migliaia di persone, associazioni, sindacati per manifestare contro Berlusconi e contro il suo Governo. E' stata "Repubblica" a mobilitare queste masse e in corso d'opera la manifestazione ha finito col perdere l'originale significato perchè il Presidente Berlusconi ha querelato Repubblica e l'Unità innescando un meccanismo perverso i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti.
Se si parla di libertà di stampa a rischio nel nostro Paese è perchè nel lodo-Alfano sono contenute precise norme che penalizzano severamente il libero esercizio dell'attività giornalistica oltre a mettere praticamente "fuori legge" i blogger che sicuramente animano l'espressione più autentica della libera informazione in Italia e nel mondo, un fenomeno incontrollabile per il potere politico e i cui effetti, alla lunga, possono risultare devastanti per qualunque potere.
Per questo nasce la manifestazione, per questo si protesta e si invoca il cambiamento di una legge sulla cui legittimità costituzionale tra qualche giorno dovrà esprimersi la Suprema Corte.
Una sentenza in grado di innescare un vero e proprio cortocircuito politico-istituzionale perchè lascerebbe privo di immunità l'attuale Capo del Governo sulla cui testa pendono procedimenti giudiziari molto seri. Tutto il resto è passato e passa in secondo piano e questo sicuramente non fa bene alla causa di chi effettivamente sta difendendo il proprio diritto a fare il giornalista e ad informare, ma anche semplicemente di tutelare il proprio spazio di libera opinione e di critica, sale per ogni democrazia.
Le querele a Repubblica e all'Unità da parte di Berlusconi rappresentano l'escalation di un fenomeno che ormai oppone il Governo, non solo il suo Capo, a un sistema di informazione non asservito o non controllabile.
Anzicchè argomentare, anche in modo forte e polemico, esponendo tesi e smontando quelle altrui con fatti, si sceglie la strada del soffocare quelle fonti considerate avverse, siano esse programmi televisivi di approfondimento e di indagine, siano testate giornalistiche schierate politicamente.
Insomma si tratta di un vero e proprio braccio di ferro tra poteri forti dove il cittadino gioca un ruolo di comparsa, funzionale all'audience dell'una o dell'altra parte, comunque strumentale.
A Roma si manifesta, a mio avviso, per dire no a tutte queste palesi violazioni delle libertà democratiche imposte con la legge-Alfano e per sollecitare il Parlamento a varare una norma che salvaguardi il diritto di libero esercizio dell'informazione dal potere che, ricorrendo alla giustizia civile, intende mettere a tacere quelle che giudica le "voci contro" avanzando istanze risarcitorie di centinaia e centinaia di migliaia di euro ed in pratica intimidendo gli operatori della comunicazione.
Tutto ciò è gravissimo perchè la pubblica opinione non ha percezione diretta di che cosa ciò significhi per le libertà individuali e collettive faticosamente conquistate e a durissimo prezzo e che devono essere salvagaurdate non solo da Berlusconi, ma da chiunque abbia interesse a ridurre gli spazi di autonomia e libertà di ciascuno di noi.
La rete rappresenta per i poteri forti, per coloro che temono il libero esercizio della critica e dell'opinione, una minaccia pericolosa e incontrollabile: perciò le norme del lodo-Alfano devono essere riviste e abolite, per non privarci delle nostre libertà che vanno sì esercitate con senso di responsabilità, ma che non possono trovare limiti assurdi così come oggi avviene.
Per questo protestiamo e proponiamo l'adozione di una normativa diversa e sicuramente l'esempio del Presidente della Camera Gianfranco Fini che ha rinunciato alle prerogative immunitarie del lodo-Alfano per rispondere in Tribunale alla querela di un Magistrato - Woodcock -  ha assunto un significato molto forte, tant'è che s'è meritato il ritiro della querela da parte del Magistrato che i nquesto modo ha voluto testimoniare rispetto per l'autonoma e responsabile scelta fatta da Fini. Oggi in Italia c'è bisogno di un po' di distensione e di gesta nobili se vogliamo recuperare una dimensione di comunità e vogliamo imparare a difenderci dai veri pericoli e dalle troppe minacce che incombono su di noi e ci ammazzano ogni giorno senza che spesso abbiamo gli strumenti per difenderci.