sabato 24 aprile 2010

Scontro Berlusconi-Fini...La grande sfida e i soliti ladroni!

Lo scontro tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini in Direzione Nazionale del PDL sotto gli occhi delle telecamere non può essere liquidato nel centro-destra coi numeri della "sconfitta politica interna" del Presidente della Camera perchè quanto accaduto, nei contenuti e nelle forme, i problemi sollevati e la crudezza con la quale i due leader si sono rinfacciati accuse e responsabilità dovrebbero essere sufficienti a "risvegliare" gli assopiti e narcotizzati cittadini italiani.
Si sono confrotnate due personalità forti, due interpreti di visioni opposte della politica e del governo, due culture indisponibili a confondersi l'una nell'altra perchè inevitabilmente una delle due soccomberebbe!
Per di più si sono sentite dal Presidente Fini parole che nessun oppositore di Berlusconi ha mai pronunciato con tanta chiarezza e lucidità, tant'è che hanno provocato la reazione inconsulta del laeder massimo che col suo immediato intervento di replica a Fini ha dimostrato di essere a digiuno dei meccanismi essenziali della vera politica e di un capo partito: quello di saper ascoltare tutti, far svolgere il dibattito e affidare a una meditata riflessione conclusiva le risposte agli attacchi e alle accuse che gli sono state rivolte. Qui non abbiamo visto il politico-Berlusconi, ma l'uomo Berlusconi insofferente alle contraddizioni e alle opinioni opposte alle proprie, il Capo che si ritiene, evidentemente a ragione, il proprietario assoluto e indiscusso del partito, del pensiero e delle azioni di chi in esso e per esso opera per esclusiva sua suprema volontà. Tutto il resto non appartiene alla cultura politica e personale di Berlusconi che non ha l'equilibrio, la saggezza e quella dose di affidabilità che ne potrebbero fare un garante degli interessi nazionali.
Questo lo sa bene il suo entourgae, lo sanno bene le persone che gli ruotano attorno per coltivare rendite di posizione. E' stato semplicemente disgustoso assistere al dono che Berlusconi ieri ha fatto all'On. Ignazio La Russa di un SUV russo all'indomani di quanto accaduto.
Ha mandato un messaggio chiaro al suo popolo e al popolo italiano: io premio chi sta con me, chi è contro li distruggo! E questo è un uomo che può governare il Paese con la buona pace di fans che neanche sanno che cosa significa avere una così alta responsabilità?
Oggi Fini rappresenta il principale garante degli interessi nazionali dell'Italia e dobbiamo averne o prenderne piena coscienza. E' l'unico leader di partito in grado di contrapporsi elettoralmente a Berlusconi se nascesse la grande alleanza per salvare l'Italia, con Casini, Montezemolo e anche un PD che ha perso la rotta e che ha bisogno di reinventarsi. Senza escludere Di Pietro e quelle altre forze che intendono essere protagoniste di una "nuova resistenza" in nome della democrazia, del pluralismo, contro il malgoverno e le malversazioni perpetrate da affaristi vestiti da politici.
L'ultimo scandaloso episodio di malapolitica vede coinvolto il Ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola che avrebbe acquistato un mega appartamento a Roma, alle spalle del Colosseo, da intestare alla figlia per la modica cifra di 1,5 milioni e mezzo di euro di cui 900 versatigli dall'arch. Zampolini . La Guardia di Finanza ha ricostruito l'intera operazione - ovviamente smentita dal Ministro - che riportiamo così come illustrata dalla stampa.
"...il prezzo d'acquisto della casa (600mila euro) è farlocco. I proprietari vendono infatti per 1 milione e mezzo e per non pagare le imposte per intero ottengono 900mila euro in nero. Il secondo problema - cruciale per l'incheista - è che quei 900mila euro di nero non escono dalle tasche dell'acquirente (Scajola), ma da quelle dell'architetto Zampolini. La Finanza, infatti, scopre e documenta un'ingenuità dei venditori. Chi normalmente chiede del nero sulla compravendita di appartamenti, pretende contanti. O, se non è possibile, provvede poi in qualche modo a occultare l'incasso degli assegni circolari che normalmente li sostituiscono per evitare che si psosa risalire a chi quegli assegni li ha versati e alle ragioni per cui l'ha fatto. Ebbene, i venditori della magnifica casa alle spalle del Colosseo, quel pagamento in nero non riescono o forse non ritengono di doverlo occultare. Perchè la Finanza scopre che il giorno stesso del rogito, in concomitanza del "pagamento" in chiaro di 600mila euro da parte di Scajola, i venditori mettono all'incasso assegni circolari per 900mila euro a loro intestati e tratti dai conti di Zampolini (circostanza questa per la quale le attnzioni della GdF si sono rivolte anche al notaio che firmò quell'atto)...".
Se non ci disgustano queste cose che altro aspettiamo?

venerdì 2 aprile 2010

E' nata "La Mia Penisola"...Uno spazio dove commento la politica locale!

Da quattro settimane è nelle edicole un nuovo settimanale di attualità e politica edito in Penisola Sorrentina per iniziativa di un giovane e dinamico imprenditore, Daniele Fiorile, e diretto da un altrettanto giovane e dinamico collega, Giuseppe Damiano: "La Mia Penisola".
Mi hanno chiesto una collaborazione per il commento dei fatti politici che ho apprezzato e accettato di fare per due ordini di motivi: primo perchè incoraggiare e sostenere una nuova iniziativa giornalistica col taglio editoriale che Damiano e Fiorile hanno scelto mi è sembrato giusto e quasi doveroso; secondo perchè sono slegati da interessi politici di parte e quindi intendono "ragionare liberamente" su uomini e amministrazioni.
A questo punto siam partiti e credo che i primi quattro numeri abbiano già confermato le impressioni e le aspettative iniziali, mie e dei lettori.
Vi propongo perciò, dopo un lungo silenzio su questo spazio, l'articolo che ho scritto su queste elezioni regionali in riferimento ai risultati di Marco Fiorentino e alla partita giocata da Pietro Sagristani.
"Il responso delle urne è stato impietoso per Marco Fiorentino, ex sindaco di Sorrento in predicato di assurgere al seggio regionale nella lista del PDL cui è approdato dopo una stagione di forti conflitti interni al partito sorrentino. A leggere il voto, comune per comune, si capisce perché Fiorentino ha “toppato” l’appuntamento decisivo della sua carriera politica: Sorrento l’ha tradito, non gli ha tributato quel consenso plebiscitario che sarebbe servito a fare la differenza e a portarlo a conquistare il seggio regionale piazzandosi nei magnifici 13 del centro-destra napoletano che siederanno nel consiglio regionale presieduto da Stefano Caldoro.
Con l’insuccesso alle regionali cala il sipario sul decennio e più di Fiorentino alla guida della Città del Tasso dove, dal 30 marzo, siede Giuseppe Cuomo. L’ex sindaco ha infatti racimolato poco più di ottomila voti, classificandosi al 18° posto nella lista regionale del PDL che, guidata dalla Ministra Mara Carfagna, ha fatto il pienone di seggi. Sorrento a Fiorentino ha espresso 2861 voti di preferenza, molto al di sotto delle sue aspettative visto che puntava a un risultato di almeno 4500-5000 voti indispensabili per coltivare sogni di gloria. Gli altri Comuni della Penisola hanno diversamente concorso a formare lo zoccolo duro, sul piano elettorale, di Fiorentino, ma a conti fatti non è servito. A Massalubrense sono stati in 1098 a votare per Fiorentino; 852 a Piano di Sorrento; 461 a Sant’Agnello; 355 a Meta; 445 a Vico Equense. Altri voti di preferenza li ha raccolti a Castellammare di Stabia (369), ad Acerra (216), a Ercolano (57), ad Afragola (62), ad Anacapri (47), a Bacoli (42), a Gragnano (299), a Pimonte (204). A seguire preferenze sparse più o meno omogeneamente sul territorio, ma insufficienti a trasformare Fiorentino in un consigliere regionale. Nel PDL sorrentino, per la verità, non si respira aria di sconfitta per la mancata elezione regionale di Fiorentino. Qualcuno azzarda un ragionamento: “…si è misurato ed ha fallito! Ora il Partito si libera della sua presenza perché alla prova decisiva, nonostante tutto, è venuto meno…”. In fondo la mancata elezione di Fiorentino alla regione fa tirare a tutti un sospiro di sollievo perché, diversamente, il suo peso sulla politica comunale sarebbe cresciuto ai danni di chi intende voltar definitivamente pagina rispetto alla sua gestione del Palazzo. Sprizza soddisfazione per il risultato elettorale regionale dell’UDC il consigliere provinciale Pietro Sagristani, da sempre acerrimo avversario di Fiorentino, il solo ad auspicare “coram populi” la bocciatura del sindaco di Sorrento. In effetti per Sagristani, che secondo attenti osservatori, non sembra mai sbagliare una mossa sul piano politico, si apre una stagione decisiva per il suo futuro politico. Sgomberato il campo da quella che poteva rivelarsi una presenza ingombrante (Fiorentino alla regione, ndr), per Sagristani si tratta di verificare a breve il rispetto degli accordi pre-elettorali tra UDC e PDL alla Provincia di Napoli dove si prepara il rimpasto dell’esecutivo presieduto da Luigi Cesaro. Sagristani dovrebbe essere promosso subito in giunta provinciale e ottenere anche la delega di vice presidente in base agli accordi sottoscritti con l’On. Ciriaco De Mita di cui Sagristani è un pupillo.
Se quella di Fiorentino è stata una delusione, per Flora Beneduce, primario ospedaliero a Vico Equense e risultata la 2° dei non eletti, il responso delle urne assomiglia ancora di più a una beffa. Potrebbe tornare nel grande giro in caso di dimissioni o di sopraggiunte incompatibilità con incarichi assessoriali da parte di consiglieri neo letti, ma Caldoro sembra intenzionato a nominare in giunta solo i consiglieri regionali eletti, mettendo praticamente fine al mercato del consenso inaugurato da Antonio Bassolino.
Abortite tutte le altre candidature – dal PD ai Radicali e all’Udeur – la Regione per la Penisola Sorrentina resta un miraggio e il neo sindaco Cuomo con gli altri colleghi della Penisola dovrà prodigarsi per consolidare alleanze con i nuovi vertici regionali al fine di veder rappresentate nel governo regionale le istanze di una realtà peninsulare da troppi anni incapace di fare sistema, anche sul piano elettorale, per aggiudicarsi ruoli di responsabilità nei centri di governo e di comando. L’ultima speranza di assurgere a ruoli istituzionali di primo piano è unanimemente riposta in Pietro Sagristani, stando anche il clamoroso fallimento delle politiche elettorali dell’IDV di Nello Di Nardo e Antonio Palagiano, che da questo momento dovrà mettersi al lavoro per non mancare l’appuntamento con le prossime elezioni politiche che, a dispetto delle previsioni, potrebbero anche essere dietro l’angolo.